Pensava di essere intelligente, di passare per furbo, ed invece ha fatto la figura dell'ignorante. Ebbene sì, un preside di Trento (dove la DC comanda senza veti) ha ritenuto saggio rispettare un regio decreto ordinando ben 70 croci, uno per classe. Perché ignorante? Semplice, perché continua ad appendere la foto del Presidente della Repubblica, mentre il Regio decreto espressamente chiede la foto del Re. Dunque, la foto dei Savoia! (Velo pietoso sulla foto del papa defunto, assolutamente fuori luogo in un luogo pubblico e laico).
Probabilmente (!) si tratterà di un dialogo tra sordi, ma provo ad esprimere la mia opinione.
Il cristianesimo non eredita nulla dalla gloriosa Roma imperiale, ma vive di quella schifezza delle invasioni barbariche, che hanno portato l'impero allo sfascio e alla miseria, ahimè. Il ruolo della Gerarchia è stato colmare un vuoto di potere, e questo grazie al potere economico raggiunto grazie alle donazioni dei defunti. In pratica, la Gerarchia aveva potere, perchè era anche ricca e perché prometteva a dei miserabili cose che mai avrebbero potuto avere da vivi.
Sul significato della Croce, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma nessuno può imporre a nessuno un significato. I cristiani possono decidere del suo valore per i cristiani, non per gli altri. Per gli atei, ad esempio, la croce è simbolo di oppressione (in primis, le persecuzioni contro i "pagani" e la Santa (!) Inquisizione) e censura, altro che progresso e benessere. D'altronde, Galilei e Bruno insegnano.
Il fatto, a mio avviso, è questo: un cristiano è tale solo se vede un simbolo per lui importante? Lo rende migliore questa visione? Senza la visione di una immagine, danna la sua anima e non resiste alle tentazioni del Diavolo? E' dunque un idolatra?
Uno Stato laico può privilegiare una confessione religiosa a discapito delle altre e continuare a definirsi laica (ovvero super partes)? Io penso di no.
Credo che i cristiani debbano dimostrare con le opere la loro (presunta) superiorità. Allora, diremo: quanto è grande il vostro amore. Ma, oggi, noi atei vediamo solo brama di potere e ricchezza, volontà di soppressione dell'altro e della sua libertà.
Nota: preciso che si tratta di un regolamento e non di una Legge. Chi ha almeno un minimo di confidenza con il Diritto capirà la differenza.
Probabilmente (!) si tratterà di un dialogo tra sordi, ma provo ad esprimere la mia opinione.
Il cristianesimo non eredita nulla dalla gloriosa Roma imperiale, ma vive di quella schifezza delle invasioni barbariche, che hanno portato l'impero allo sfascio e alla miseria, ahimè. Il ruolo della Gerarchia è stato colmare un vuoto di potere, e questo grazie al potere economico raggiunto grazie alle donazioni dei defunti. In pratica, la Gerarchia aveva potere, perchè era anche ricca e perché prometteva a dei miserabili cose che mai avrebbero potuto avere da vivi.
Sul significato della Croce, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma nessuno può imporre a nessuno un significato. I cristiani possono decidere del suo valore per i cristiani, non per gli altri. Per gli atei, ad esempio, la croce è simbolo di oppressione (in primis, le persecuzioni contro i "pagani" e la Santa (!) Inquisizione) e censura, altro che progresso e benessere. D'altronde, Galilei e Bruno insegnano.
Il fatto, a mio avviso, è questo: un cristiano è tale solo se vede un simbolo per lui importante? Lo rende migliore questa visione? Senza la visione di una immagine, danna la sua anima e non resiste alle tentazioni del Diavolo? E' dunque un idolatra?
Uno Stato laico può privilegiare una confessione religiosa a discapito delle altre e continuare a definirsi laica (ovvero super partes)? Io penso di no.
Credo che i cristiani debbano dimostrare con le opere la loro (presunta) superiorità. Allora, diremo: quanto è grande il vostro amore. Ma, oggi, noi atei vediamo solo brama di potere e ricchezza, volontà di soppressione dell'altro e della sua libertà.
Nota: preciso che si tratta di un regolamento e non di una Legge. Chi ha almeno un minimo di confidenza con il Diritto capirà la differenza.
1 commento:
Concordo pienamente.
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